COSA SI INTENDE PER SEMPLICEMENTE FELICE?
Scegliere di vivere la propria vita felicemente come è naturale che sia.
La felicità si trova nella semplicità, accettando questo concetto si inizia a vivere semplicemente felice.
Se il tuo intento è quello di essere felice, allora complimenti sei nel posto giusto.
A CHI E’ DEDICATO QUESTO SITO?
A te che soffri nascosta da una lacrima, a te che il cuore sanguina nell’indifferenza di chi ti ha ferita, a te che stringi i denti e vai avanti nella giostra della solitudine.

domenica 25 gennaio 2015

TUTTO FINITO BENE

Di: Olga D'Ariano
scrittrice


"Qual'è il primo ricordo della tua infanzia?" è la domanda che mi è stata posta da un amico, voglio raccontarlo a lui e a voi lettori ora, qui.

Eravamo in una casa che non era la nostra, forse ospiti, credo di aver avuto tre anni e mezzo al massimo quattro.
Era estate e fuori casa si stava bene sotto l'ombra degli alberi allineati, con poco ordine, difronte alla casa, non erano molto distanti, sembravano formare una recinzione.

Massimo era nel passeggino, probabilmente dormiva, io, invece, saltellavo di qua e di là, sembravo una trottola, giravo su me stessa poi mi fermavo di colpo e osservavo, mi piaceva vedere che mentre io ero ferma tutto il resto si muoveva in circolo, era divertentissimo per me, in fondo, chi non lo ha mai fatto da bambino? Penso tutti.

Quando mi stancai di questo gioco mi avvicinai a quel roseo fagottino che era nel passeggino, respirava lentamente, con gli occhi chiusi, ignaro, ancor più di me, del mondo.
In quel momento pensai a come lo cullava colei che per molti anni chiamai mamma, così volevo provare anche io, mi alzai in punta di piedi per arrivare alla sbarra e strinsi le piccole dita, volevo solo cullarlo, spingendo il passeggino avanti e poi tirando indietro, ma qualcosa andò storto.
Portai il passeggino avanti e poi dovevo tirarlo in dietro, ma era pesante, troppo pesante per me.

Caddi e avendo entrambi le mani aggrappate mi portai anche Massimo con tutto il passeggino sopra il mio corpo.
Non sentii dolore, solo tanta, tantissima, paura.
Mi sentivo intrappolata sentivo il peso su di me, e Massimo cominciò ad urlare e piangere essendo stato svegliato, dal suo sonno profondo.
La sua vocina era così acuta da far male alle orecchie, cominciai a piangere, mi sembrava di non respirare.

Non ricordo chi venne in nostro soccorso, e per fortuna nessuno di noi si era fatto male, avevo solo qualche graffio io, che mi ero procurata nella caduta, Massimo stava bene, fu solo un terribile spavento.

Mi ripresi subito ricominciando il gioco che avevo interrotto, e Massimo tornò a dormire. 
Era tutto finito bene.

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