Di: Dora Millaci
scrittrice
Kate e Margaret avevano preparato quel viaggio da tempo in ogni minimo particolare, quello però che non sapevano era l'imprevisto e ciò che avrebbero trovato una volta giunte sul posto.
Giovani studentesse di archeologia si erano offerte di raggiungere il campo base alle pendici del Cahuachi in Perù. Un lungo percorso che le avrebbe portate a visitare luoghi meravigliosi e al ritrovamento dell'impensabile.
Margaret cominciò ben presto a lamentarsi del peso eccessivo del suo zaino e della sete “Non riesco a portalo” esclamava ogni due passi sbuffando.
“La colpa è solo tua” rispondeva Kate “Hai portato troppe cose”.
“Mi occorrono tutte” sbottava la ragazza “Ogni cosa è importante” ad un certo punto, sfinita grondante di sudore e assetata esclamò “Adesso come faccio?”.
In quel momento passò di lì un signore del luogo molto anziano. Il viso scolpito dal tempo e colorato dal sole. Si fermò divertito a vedere la scena e comprendendo l'accaduto, offrirò loro da bere da una sorta di borraccia di pelle.
Le ragazze notando il suo interesse per alcuni oggetti che possedevano, pensarono di donarglieli per ripagarlo.
Lo zaino di Margaret si alleggerì e sollevate, poterono riprendere il cammino.
Il sole alto nel cielo bruciava non solo la pelle, ma la terra che divenne fuoco, tanto che le ragazze non abituate iniziarono ben presto a sentire la fatica. La strada era tutta in salita e non c'era possibilità di mettersi all'ombra.
“Non so se riesco a proseguire” esclamò con un filo di voce Kate “Mi sento male”.
“Anch'io” rispose l'amica “Mi domando perché abbiamo fatto questo viaggio.”
In quel momento di sconforto totale, nel quale le forze oramai venivano meno, videro una sorta di accampamento. Erano nativi che le accolsero rifocillandole e facendole riposare all'ombra. Anche in quell'occasione le ragazze li ricompensarono lasciando alcuni degli oggetti che si erano portate dalla città.
Solo alla sera giunsero al campo base. Il professore le accolse notando che i loro grandi zaini erano quasi vuoti. Chiese allora una spiegazione e Margaret rispose: “Siamo partite piene di presunzione, di banalità, di sciocchezze erano tutte queste cose che pesavano e colmavano i nostri zaini. Lungo il cammino sono state abbandonate, poiché abbiamo imparato che la vita è fatta di semplicità, di praticità e di essenzialità. Pensavamo di essere ricche ed invece eravamo povere, poiché non avevamo la cosa più importante: l'umiltà”.
L'uomo allora le abbracciò dolcemente e disse: “Sono contento poiché avete compreso la più autorevole delle lezioni, trovato la via per essere se stessi e quindi felici con quel poco che si ha”.
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